lunedì 31 ottobre 2016

Step 11: Il Tenné in un Documento

Come abbiamo ricordato nel post precedente, il tenné è una tinta molto utilizzata nell'araldica per la blasonatura. Ma da quale documento ufficiale ci proviene questa informazione?

Sappiamo che il termine tenné deriva dall'antico vocabolo francese tané. Prioprio questo colore viene citato nel 
Dizionario universale delle arti e scienze di Efraimo Chambers 'contenente le figure, le spezie, le proprietà, le produzioni, le preparazioni, e gli usi delle cose naturali e artifiziali', nonché 'L'origine delle cose ecclesiastiche, civili, militari, e di commercio'
XIX tomo, Terza edizione italiana, Genova, presso Felice Repetto, in Canneto, 1775
 Pagina 156:

TANÈ , color lionato scuro, - Nell'Araldica lnglese si chiama Tennè, tenny o tawny, che è un color lucente, fatto di rosso e giallo misti talvolta anche detto brusck ed espresso in iscultura con strisce trasverse o diagonali o sieno lineamenti incrocicchiati che cominciano dal Capo sinistro come porpora e segnato colla lettera T. Vedi PORPORA.
Nelle arme di tutti quegli che stanno al di sotto del grado di Nobili si chiama Tannè, tenny ma in quelle de' Nobli, giacinto si appella; e nelle arme de' Principi, Testa di Dragone. "


Copertina originale del "Dizionario" di Chambers
Pagina del dizionario in cui viene citato il tenné

giovedì 27 ottobre 2016

Step 10: L'Emblema del Tenné

E se volessimo scegliere un'immagine simbolica che ben rappresenta il nostro colore?
Dalla Definizione cromatica del nostro colore, avevamo scoperto che neIl'ambito dell'araldica, il Tenné, a volte indicato come tanné o cannellato, è una tinta di colore marrone aranciato usata ufficialmente in blasonatura*, quanto meno secondo la tradizione araldica dell'Europa continentale, utilizzata principalmente per decorare blasoni, stemmi di famiglia o di leve militari. 
Premesso tutto ciò, la scelta dell'emblema ci porta piuttosto lontano...


Baroda, stato principesco del subcontinente indiano (ora facente parte del Gujarat), vide tra i suoi principali sovrani Sayaji Rao Gaekwad IIImaharaja dal 1875 al 1939.
Durante il suo regno, venne realizzato in suo onore uno stemma, ora conservato nel Museo di Stato di Baroda, che presenta il tenné come principale colore, in particolare nello scudo centrale e nel nastro recante il motto JIN GHAR JIN TAKHT scritto in devenagiri, alfabeto dell'India antica.

Stemma in onore del maharaja Sayaji Rao Gaekwad III,
testimonianza dell'uso del tenné in blasonatura


*blasonatura = descrizione di uno stemma, con i suoi smalti, le sue partizioni, le sue figure nella loro posizione, nel loro numero, nei loro attributi, secondo le leggi e la terminologia proprie della scienza araldica.

mercoledì 26 ottobre 2016

Step 09: L'Abbecedario del Tenné


È arrivato il momento di cominciare a costruire un abbecedario del Tenné, che verrà aggiornato passo dopo passo... Opinioni e consigli sono ben accetti!

come Araldica (dalla definizione di Ian Paterson in "A Dictionary of Colour")
come Blasoni
C come Corniola
come "Dizionario universale delle arti e scienze" Efraimo Chambers
come Essonite 
F come Fulvo
come Grifone
come Hachiko (nome del film in cui il protagonista è un cane di razza Akita. Si veda anche lo step 7)
I
come Lionato
come Marron glacé
come Nebrius ferrugineus (squalo nutrice tenné)
come Ocra
come Porto (vino liquoroso)
come Quercia
come Rum
come Star Trek
come Tenné
come Uccelli
come Valle dell'Acate (tané è l'antico nome del tenné)
Z

martedì 25 ottobre 2016

Lo sapevi che?

È curioso scoprire come nel "Manuale tecnico della Flotta Stellare" di Star Trek (Star Trek Star Fleet Technical Manual, nome originale), nota serie televisiva, viene descritto il colore ufficiale dell'uniforme della Sezione di Comando "Starfleet" , come quelle indossate dal capitano Kirk e dal tenente Sulu, come "Tenne" (altro nome inglese per tenné). Tuttavia, nel programma vero e proprio, alcune uniformi di questa Sezione, tra cui l'alta uniforme dello stesso Kirk, risultavano di tonalità verdastre; il Manuale precisa questo colore come "verde oliva". 
Pagina dello "Star Trek Star Fleet Technical Manual"
che mostra le caratteristiche dell'uniforme


Particolare della pagina: il colore della maglia è il 'tenne'


Personaggi della serie originale Star Trek: in ordine da sinistra,
 il tenente Spock, il capitano Kirk (con l'uniforme tenne) e il medico McCoy
Il capitano Kirk indossa l'uniforme "verde oliva"

domenica 23 ottobre 2016

Step 08: Il Tenné per la Non-Scienza

"Quella superstizione religiosa che presso gli altri uomini è oggetto di biasimo, serve in Roma a mantenere unito lo Stato [...]. Ciò potrebbe suscitare la meraviglia di molti; a me sembra che i Romani abbiano istituito questi usi pensando alla natura del volgo: [...] poiché la moltitudine è per sua natura volubile e soggiace a passioni di ogni genere, a sfrenata avidità, ad ira violenta, non c'è che trattenerla con siffatti apparati e con misteriosi timori. Sono per questo del parere che gli antichi non abbiano introdotto senza ragione presso le moltitudini la fede religiosa e le superstizioni sull'Ade, ma che piuttosto siano stolti coloro che cercano di eliminarle ai nostri giorni." 
                                                               Storie, VI, 56, Polibio  

Sin dai tempi più antichi, come ci mostra questo passo dello storico greco Polibio, tantissimi modi di fare e di dire, atteggiamenti e comportamenti della gente, risultano condizionati proprio da quelle credenze popolari che si vorrebbe ignorare, ma delle quali si subisce un inevitabile influsso. Credenze che, tramandate di generazione in generazione, trovano spesso terreno fertile per gran parte delle persone. E’ difficile, se non inevitabile, per chi sia a conoscenza del loro significato, anche se ammette di non crederci, non restarne coinvolto. Per questa ragione dunque, analizzeremo in che modo il nostro colore è chiamato in causa nel mondo della superstizione, dei detti e proverbi comuni, non solo nella nostra cultura!


In un antico proverbio romano si dice:
" Equus fulvus prius enectus quam fatigatus " (Il cavallo fulvo è già spossato prima di essere domato).
Ma l'aggettivo fulvus compare anche nel nome scientifico del grifone, come avevamo già notato ne Il Tenné e il Mito.
In alcune leggende questo animale abitava i monti Rifei dove estraeva l’oro, mentre presso alcune tribù, si credeva punisse l'avidità e l'avarizia sorvegliando l'oro e le abbondanti gemme che si trovavano sui monti (di solito il Caucaso o gli Urali) facendo a brandelli chiunque cercasse di rubare queste ricchezze.
Inoltre, i grifoni rappresentavano la superbia: questa associazione è dovuta al fatto che si narra che Alessandro Magno cercò di cavalcarne uno per raggiungere la sommità del cielo.
Riguardo al suo uso regolare nell'Araldica, Boekler (1688) diede la seguente interpretazione: "I Grifoni sono ritratti con un corpo di leone, testa d'aquila, lunghe orecchie, e gli artigli dell'aquila, ad indicare l'unione tra forza ed intelligenza". Quest'interpretazione nasce dal fatto che l'aquila simboleggia l'intelligenza, mentre il leone la forza, quindi il grifone rappresenta la perfetta unione di muscoli e cervello. Ma, dopo il cambiamento di vedute seguito a Dante, in cui è ritenuto simbolo della Chiesa, divenne il nemico del Serpente e del Basilisco, entrambi considerati demoniaci.

E nel Vocabolario degli Accademici della Crusca (1705) viene riportato l'antico detto:
 " Dare un grifone a uno " : si dice del dargli un pugno nel viso


CORNIOLA
La pietra ormai a noi cara è protagonista di moltissime credenze. 
Nel Dizionario delle superstizioni (1993), pubblicato da Alfonso Burgio, si legge:
 Pietra sacra alla Vergine, essa preserva da ogni male: allontana le convulsioni, la febbre  intermittente, quella a passo ridotto e quella maltese.
 Per queste sue virtù immunizzatrici, scrive Goethe: 
" La corniola è un talismano, ti fa star felice e sano. Ti protegge dai malanni la tua casa non ha danni ".
 Nell'antica Grecia le matrone la usavano contro i reumatismi e le nevralgie, mentre in  Spagna, al tempo del re Alfonso X, era consigliata per dare un timbro più virile alle voci  bianche e a quelle delle persone peritose: 
 " La corniola tieni d'occhio
 è una pietra portentosa: 
 se hai una voce da finocchio
 te la rende cavernosa ".
 (Anonimo lapidario spagnolo)

La gemma magica si crede inoltre aiuti a trovare la serenità, stimoli la curiosità, accresca le abilità analitiche della mente, esorti all'azione
Alcuni Nativi Americani se ne servivano per scacciare l'apatia o liberare le persone dal dolore e dall'invidia, mentre nel Medioevo chi la sceglieva come ornamento era protetto dai pensieri impuri, stregoneria, fulmini e nevralgie. 
In Cina si pensava che trasformasse le persone timide e impacciate in eccellenti oratori. Secondo la medicina ayurvedica, la corniola è tra i sette cristalli che emettono vibrazioni benefiche: rafforza il carattere, equilibra le passioni, migliora la qualità e la circolazione del sangue, arresta le emorragie, vince i dolori delle coliche, aiuta gli anemici, l'intestino e la digestione, favorendo in generale il metabolismo.



QUERCIA
E non potevano mancare modi di dire e proverbi sulla quercia (ricordiamo che l'antico nome del tenné, tané, identifica la corteccia della quercia), simbolo di forza, longevità e durezza:

" Essere una vecchia quercia " (si dice di una persona anziana ma in ottima salute, oppure di una persona forte e robusta in generale. Riferito anche a individui di grande saldezza morale o grande forza d'animo, capaci di far fronte alle difficoltà e di sopportare e reagire alle avversità della vita senza lasciarsene abbattere)

Una canna al vento vive, mentre possenti querce cadono " (proverbio cinese)

" Forti querce crescono da piccole ghiande " (proverbio inglese)

" Piccoli colpi hanno abbattuto grandi querce " (proverbio olandese)

" Le querce non fanno limoni " (proverbio italiano, o arance in una versione marchigiana)

" Al primo colpo non cade la quercia! " (proverbio italiano; variante latina/greca:
Multis ictibus deicitur quercus / πολλαῖς πληγαῖς στεῤῥὰ δρῦς δαμάζεται )

La quercia storta si raddrizza con le botte " (detto abruzzese)

" La quercia fa ghianda " (detto marchigiano)

Chi pianta una quercia è nobile d'animo " (detto toscano)

" Aspetta il porco alla quercia " (detto toscano, consiglia l'attesa del momento giusto)



Curiosità: in lingua inglese, viene indicato con il nome tawny owl a causa del suo colore, quello che noi conosciamo come allocco.
Molte sono le credenze popolari legate a questo animale, legate forse al suo aspetto. La testa grossa, il corpo grassoccio, gli occhi tondi, il volo silenzioso e notturno, l'udito finissimo e la capacità di ruotare la testa hanno fatto nascere la leggenda che la loro visione preannunci disgrazie e morte; associati alle streghe, nel Medioevo qualcuno li inchiodava fuori dalla porta di casa per allontanare gli spiriti maligni.
William Shakespeare scrive nel suo Giulio Cesare (Atto 1 Scena 3):
 " E ieri l'uccello della notte si è seduto / Anche a mezzogiorno sulla piazza del mercato / urlando e strillando ".
John Ruskin ne parla dicendo:
 " Qualunque cosa la gente saggia può dire di loro, io alla fine ho sempre trovato il grido del gufo profezia di malizia per me ". 
Nel suo libro Follie di Brooklyn, Paul Auster confessa: 
" Preferisco mille volte un furfante astuto a un pio allocco. Forse il primo non rispetterà le regole del gioco, ma ha lo spirito ".

Inoltre, perché si dice "restare come un allocco" o "essere un allocco?
L'allocco, o tawny owl in inglese
Questo rapace notturno si è guadagnato l'immeritata fama di essere stupido, a causa dell'espressione sciocca assunta dai suoi grandi occhi rotondi, fissi e vacui, specie se abbagliati da una luce diretta. La stessa espressione che assume chi rimane inerte e attonito di fronte a una situazione imprevista.
E infatti, un proverbio emiliano ci confessa che:

Gli allocchi sono cari a tutti i prezzi "

  (I luc i en cär a tüt i prési)

sabato 22 ottobre 2016

Step 07: Il Tenné sul Grande Schermo

Anche nel mondo della “fotografia cinematografica” i colori assumono un'importanza fondamentale giocando un ruolo decisivo nella produzione. A questo proposito è curioso scoprire come lgraphic designer Roxy Radulescu abbia creato un blog, Moviesincolor, in cui raccoglie fotogrammi di film famosi associandoli alle palette di colori utilizzati: come spiega la stessa Radulescu non si tratta semplicemente di un esercizio estetico, ma di un lavoro di ricerca che metta in evidenza la relazione tra colore, luce, fotografia e scenografia.
Riporto le palette dei colori di alcuni film in cui dominano le sfumature della nostra tonalità.



Il favoloso mondo di Amélie


2001, Jean-Pierre Jeunet
Fotografia: Bruno Delbonnel